L’Olanda è ricomparsa negli ultimi anni come esempio e immagine positiva nella scena mondiale. Nel campo dell’Architettura, le riviste periodicamente dedicano numeri tematici, presentazioni di mostre, o pubblicano di architetti olandesi e dei loro incarichi di rilievo internazionale. La terra dei Paesi Bassi è presente ovunque, grazie alla propria ripresa economica che ha riconquistato i mercati stranieri: in tutto il mondo, le società olandesi acquista- no oleodotti, assicurazioni e banche, anche in Italia. Gli olandesi conquistano come in una nuova Età dell’Oro, dove le transazioni, le fusioni aziendali e le attività puntigliosamente programmate, sono i mezzi attraverso i quali vincere.Non più galeoni, non più golette. Le imbarcazioni, impegnate per secoli in grandi imprese, diventano il museo di ciò che que- sta terra ha rappresentato e continua a rap- presentare nell’universo mondo. Sono il simbolo affascinante di un passato vissuto in mare, nella paziente scoperta dell’ignoto, nella strategica e programmatica acquisizione dello spazio come “terra per vivere”.
Nel loro mondo, tutto è piccolo e stretto, perché gli olandesi non hanno spazio da sprecare ed i costi per l’acquisto del suolo sono altissimi, perché enormemente diffi- coltose sono le operazioni di prosciuga- mento delle aree.
Tutto è permeato dall’acqua che si dirama in fiumi che si traducono in centinaia di cana- li, che solcano i polders, che definiscono il tessuto urbano delle città.
E le barche albergano lungo i corsi d’acqua principali i “gracht” più che nei porti, e, quando sono in movimento, li attraversano con le loro vele spiegate, allineate e silenziose davanti ai ponti che si aprono allo scadere del quarto d’ora. Con gli ancoraggi ben saldi ai basamenti dei canali, costituiscono la città stessa, nella forma di atelier, di sale ristoranti, di “house boats”, di case galleggianti, abitate non solo da tipi stravaganti, ma anche da persone molto ricche che scelgono la libertà di un’abitazione sul- l’acqua. Rigorosamente costruite in legno
le house boats e le case galleggianti, sono dotate di ogni confort come una casa sulla terra ferma, ma fluttuano, mosse dalle correnti.
Le prime, per lo più ormeggiate lungo i canali delle città, sono delle vere e proprie imbarcazioni, basse e panciute come gozzi, in cui gli spazi interni sono utilizzati nei minimi dettagli: il soggiorno con angolo cottura a poppa, mentre le camere da letto a prua o lungo i fianchi della chiglia, dove è ricavato anche un piccolo bagno. I tettucci delle imbarcazioni che ricoprono la cabina di pilotaggio vengono sostituiti con pannelli in legno che vengono installati sulle doghe di pino del piano di calpestio, reso perfetta- mente pianeggiante. Ecco che con questi accorgimenti, la barca, nel suo interno, perde le connotazioni originarie di mezzo di trasporto, diventa stanziale come una vera casa più confortevole a contatto con l’acqua. Soluzioni dell’abitare che sembrano essere temporanee ma che, invece, riflettono uno stile di vita: quello di vivere o di spostarsi in barca. Il principio costruttivo di tali manufatti è proprio quello delle imbarcazioni. Gli abitanti delle arche, ferme lungo i canali, hanno un ormeggio fisso e pagano al comune un affitto per la superficie che occupano, ma possono anche scegliere di trasferirsi in altre aree destinate alle house boats, per un importo determinato in base all’estensione della propria abitazione e alle caratteristiche della zona in cui sostare.
Le acque di Amsterdam, ad esempio, sono popolate da circa 3.000 case battello. Sul Singel, che racchiude i canali più antichi, ne sono ormeggiate circa 750, ma ci sono delle vere e proprie colonie nel fiume Amstel, e nel Prinsengracht. Quasi ogni battello è dotato di elettricità, acqua, telefono via cavo, gas e recentemente anche del- l’impianto fognario. In particolare, le house boat contrassegnate dal numero in blu, possiedono un’autorizzazione ufficiale e beneficiano, come le imbarcazioni da diporto, degli allacciamenti di acqua potabile. Da qualche tempo, però, il Comune di Amsterdam non rilascia più nuovi permessi di ormeggio, perché la presenza di tali house boats nei canali è diventata eccessiva. Naturalmente, ciò ha determinato un considerevole aumento dei prezzi soprattutto per le imbarcazioni già in possesso di posto ormeggio: con 45.000 Euro non si può nemmeno comprare un relitto. Le case galleggianti sono invece prevalentemente concentrate nella zona dei laghi e vengono in parte ancorate sulla terra ferma, tramite piattaforme realizzate in legno e ricoperte di prato.
Sul terreno sul quale fissare gli ormeggi della casa galleggiante, confinante con un lago o un canale, si realizza un invaso di cemento armato, dalla forma quadrangolare, direttamente nell’acqua. La superficie sulla quale sarà costruita la casa, viene calcolata tenendo conto della profondità del bacino (o meglio della parte di esso che verrà sommerso) e del carico che vi graverà, costituito dal peso di tutta l’abitazione al completo. L’aria presente all’interno dell’invaso permetterà alla casa di galleggiare, qualunque sia il materiale utilizzato per la sua realizzazione. Su tale scatolone, come un coperchio, viene gettato il solaio, generalmente costituito in travi precompresse e pannelli di cemento leggero, o travi di legno e tavolato di parquet. Da lì si costruisce tutto il resto. Le “floating houses” possono essere ad uno o a due piani. Molto frequentemente, le camere da letto ed il bagno sono collocati nella parte di casa affondata nell’acqua. Ma le camere non risultano totalmente immerse; fuoriescono di circa un metro dal livello del lago, e prendono luce dalle finestre poste in alto. Attraverso una scaletta ripida si raggiunge il piano terra, dove sono previsti il soggiorno con l’angolo cottura, un bagno, uno studio e una zona d’ombra, all’aperto.
Infine, quando la realizzazione risulta completata in tutti i suoi dettagli, la casa galleggiante viene calibrata ponendo dei carichi agli angoli o ai lati del suo invaso, in modo da bilanciarla e rendere il piano di calpestio perfetta- mente orizzontale.Intorno ad essa, si coglie un paesaggio da togliere il fiato, fatto di pianure interminabili sulla terra ferma e alberi filiformi su isolotti in mezzo al lago. Inoltre, sui tappeti erbosi a pelo d’acqua mantenuti come buche per il golf, gli Olandesi si fermano con le loro sedie a sdraio, per catturare anche un solo raggio di sole (quando c’è) o leggono un libro durante le vacanze estive, in compagnia di cigni, papere e aironi, sempre in giro.
Un rifugio intorno alla natura, in un’atmosfera fatta di silenzi è la floating house col suo piccolo giardino.
Accanto c’è una barchetta ed una bici…
Maria Elena Fauci
è Architetto libero professionista e Editor di “Aa”